Rosso. Di nuovo rosso e il semaforo di piazza grande è famoso per durare un’eternità. Io sto qui e li vedo.
Una
coppia sulla settantina attraversa l’incrocio con in mano le borse a
rete della spesa. Si tengono sottobraccio. Lei gli parla e lui sorride.
Stanno parlando della cena che fra un po’ lei inizierà a preparare. Oggi
è Sabato e il nipote passa la notte da loro così la figlia e il genero
giocano un po’ a fare i fidanzati. Al nonno tocca invece giocare
interminabili partite a rubamazzo e mangiare carne macinata e pasta al
burro. Fino a quando lui non si addormenterà sul divano guardando il
cartone animato, l’ultimo successo Pixar uscito in DVD, che adesso
spunta colorato dalla borsa della nonna. Allora il nonno lo prenderà in
braccio e lo metterà a letto nella stanza della figlia dove ci sono
ancora Francesco De Gregori e il Che appesi al muro che lo guarderanno
dormire. Spegnerà la luce, accosterà la porta, tornerà nel salotto. La
troverà che si sta finendo di vedere il cartone animato regalando alla
TV quello splendido sorriso che dopo tanti anni ancora gli riscalda il
cuore. Gli piacerà indugiare li a guardarla senza esser visto fino a che
lei volgerà lo sguardo su di lui invitandolo con la mano a sedersi
vicino a lei. La raggiungerà sotto il plaid di morbida lana merinos che
le ha regalato per natale. E come sempre si sentirà immensamente
fortunato.
Davanti al Cinema Italia, un ragazzina di poco più di
tredici anni aspetta, chiaramente nervosa. Fra meno di dieci minuti,
inizierà il film: Harry Potter e i doni della morte, parte seconda. Lui
dovrebbe essere già qui. L’ha invitato a vedere il film insieme. Lei è
cresciuta con Harry, Ron ed Ermione. I primi quattro libri, suo padre
li ha letti per lei sedendosi per terra sul tappeto davanti al suo
letto, la sera, prima di addormentarsi. Gli altri li ha letti da sola
perché era cresciuta e perché suo padre non dormiva più con loro. Non
vede il padre da più di un mese. Da quando si sono trasferiti nella
villa del nuovo fidanzato della mamma. Gli hanno detto che è stato fuori
per lavoro, ma lei teme che abbia ricominciato a bere. Il cellulare
vibra: è arrivato un sms. Lo legge, sorride divertita, ma poi sul viso
le si disegna uno sguardo deluso e preoccupato, non era la notizia
confortante che aspettava. Forse lui non ha capito quanto l’ultimo film
della saga fosse importante per lei, quanto fosse importante vederlo
insieme: i maschi non sempre capiscono certe sottigliezze. Ma lui era
sempre stato diverso. Sta per andar via, da sola non guarderà certamente
il film. Si gira lo vede, il suo viso s’illumina e, come la ragazzina
che è, gli corre incontro. Lui si è fermato ad aspettarla e ha allargato
le braccia per accoglierla. Il mio papà pensa lei abbracciandolo forte e
ricaccia le lacrime indietro. Non è il momento di piangere, hanno una
missione da svolgere, con l’aiuto di Harry Potter devono sconfiggere il
signore oscuro, una volta per sempre.
Un uomo su di un piccolo,
vecchio ciclomotore ha il cestino pieno di rose. E’ cingalese,
preoccupato, infreddolito e stanco. Sicuramente ha già fatto un altro
lavoro durante il giorno e ora vuole guadagnare qualche soldo in più
vendendo le rose alle coppie al ristorante o a quelle che passeggiano
per la piazza. Pensa alle cinque figlie che stanno al suo Paese e alla
moglie che le sta crescendo. La grande è proprio brava e l’anno prossimo
andrà all’Università. I suoi compaesani non capiscono perchè voglia
farla studiare, perchè mandarla da sola in una grande città a studiare
all’università insieme a tutti quei maschi. Ma lui non lavora in un
paese straniero che non lo ama e dove subisce umiliazioni e insulti solo
per costruirsi una casa bella o per avere un pezzo di terra da
coltivare. Lui lo fa solo per comprare un futuro migliore alle sue
figlie. Con cinque rose compra un libro di testo, se vende mille rose
paga la rata delle tasse universitarie. Così potranno vivere nel loro
Paese e non essere costrette a emigrare come aveva fatto lui. Sarebbe
tornato, prima o poi, e sarebbero stati tutti insieme. Solo questo
pensiero gli dà la forza di tenere gli occhi aperti e di ripartire una
volta scattato il verde.
Oramai è tardi, la notte si avvicina. Io mi
preparo i miei cartoni vicino all’entrata dei fornitori del grande
magazzino. Dove trovo quasi sempre una scatola con della roba da
mangiare: Simona che gestisce il bar del negozio me la prepara tutti i
giorni. Io mangio e le auguro tutto il bene possibile. So che un giorno
mi addormenterò fra i cartoni e quando il sole sorgerà di nuovo io
continuerò a dormire e dormirò anche quando tramonterà di nuovo. Allora
anch’io troverò pace e sarò tornato a casa.
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